Con la descrizione si sono ritirate le gengive… i pazienti lamentano un disagio di cui, la maggior parte delle volte, non conoscono né il motivo né il tempo della sua manifestazione.

Il più delle volte riferiscono solo che, negli ultimi tempi, hanno osservato una maggiore sensibilità al freddo o ai cibi acidi, o che l’aspetto estetico del loro sorriso si è modificato e i denti appaiono “più lunghi” o le gengive “salite” o “scese”, a seconda che ci si riferisca all’arcata superiore o a quella inferiore.

Recessione gengivale: potrebbe trattarsi di parodontite

L’alterazione del tessuto gengivale corrisponde (a esclusione dei traumi) a una forma di “malattia parodontale” o a una parodontite, una patologia che interessa i tessuti di sostegno del dente, ossia gengiva, osso e legamento parodontale (cioè quelle fibre di connettivo che legano il dente all’osso). Dunque, il ritirarsi delle gengive deve rappresentare un campanello di allarme e condurre a un attento esame del parodonto.

La recessione gengivale può, infatti, essere legata alla recessione dell’intero apparato di sostegno del dente, quindi anche dell’osso e del legamento, oppure essere confinata a una perdita localizzata in sede vestibolare (cioè verso le guance e le labbra) o orale (cioè verso la lingua e il palato anche se, in queste ultime sedi, difficilmente il paziente potrà accorgersene autonomamente).

La parodontite: ecco perché le gengive si ritirano

La parodontite è una malattia di origine batterica cui, i soggetti predisposti, possono andare incontro se non hanno mai ricevuto una corretta diagnosi, non sono stati sottoposti ai protocolli di cura professionale e trascurano la corretta igiene orale domiciliare.

La parodontite si sviluppa in seguito all’accumulo di placca e tartaro che induce una risposta infiammatoria importante e che si accompagna a distruzione e perdita del parodonto: osso, gengiva e legamento. L’osservazione di uno spostamento della gengiva, in realtà, nasconde anche una distruzione dell’osso sottostante. Questa patologia, grave, deve essere opportunamente diagnosticata e sottoposta a terapia con la massima urgenza.

In assenza di parodontite, perché avviene la recessione gengivale?

Indagini recenti dimostrano che un parodonto sottile (anche dovuto alla posizione dei denti in arcata), in assenza di parodontite, può essere la concausa di una perdita del sottile strato di osso vestibolare, che determina la recessione della gengiva specie in pazienti che mostrano parafunzione e bruxismo. In questi casi, la cura della parafunzione deve accompagnarsi alla terapia delle recessioni gengivali.

In alcuni casi, invece, è il paziente che presenta un parodonto sottile a causare egli stesso la recessione della gengiva applicando manovre d’igiene domiciliare particolarmente aggressive e con spazzolamento di tipo orizzontale.


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Quali sono i sintomi di una recessione gengivale?

La recessione delle gengive e l’esposizione di un tratto della radice del dente, oltre a causare sensibilità intensa, si accompagna quasi sempre a un’usura del tratto di radice esposto, con la creazione di caratteristici solchi che possono anche presentare rischio di carie radicolare.

Come curare le gengive ritirate

La prima e più importante cosa da fare è formulare la corretta diagnosi per identificare se la recessione gengivale è segno di parodontite con riassorbimento osseo e tasche parodontali, oppure se è un fenomeno circoscritto ad alcuni elementi in presenza di un parodonto sostanzialmente sano.

Nel primo caso devono essere applicati i protocolli della cura della malattia parodontale, se invece la recessione è localizzata e dovuta a tecnica errata di spazzolamento o parafunzione, le prime azioni prevederanno la correzione delle manovre di igiene orale o la terapia della parafunzione (bruxismo e posizionamento anomalo della mandibola).

Trattamento chirurgico delle gengive ritirate

E’ estremamente difficile che un tessuto gengivale recesso possa andare incontro a riposizionamento spontaneo, ciò accade solo nei casi dovuti a traumi sviluppati in tempi brevi. Normalmente la terapia delle recessioni gengivali è chirurgica.

Se oltre all’usura della radice, che quasi sempre si accompagna alla recessione gengivale, fosse presente anche un’usura dello smalto della corona del dente, solo in questo caso la porzione di smalto perduta potrà essere ricostruita in composito: in genere, infatti, è completamente scorretto riempire il solco sulla radice con questo materiale, come assai frequentemente si osserva fare (…ricostruire “i colletti”). La radice del dente deve essere coperta esclusivamente con tessuto gengivale, ripristinando la condizione anatomica di normalità che è stata perduta.

La chirurgia parodontale che si occupa di modificare la posizione della sola gengiva si chiama muco-gengivale. Consiste nel rendere mobile quel tratto di tessuto gengivale in corrispondenza dei denti interessati spostandolo poi nella corretta posizione dove viene suturato e lasciato guarire. Nel caso il tessuto mobilizzato si presentasse troppo sottile, proprio a causa di un fenomeno di recessione ampio e/o di lungo tempo, si può inserire una quantità di tessuto connettivo (cioè un altro pezzetto di gengiva prelevato solitamente dal palato) per ispessire e irrobustire la gengiva che risulterà dopo la guarigione.

La convalescenza dopo l’intervento di chirurgia parodontale muco-gengivale è solitamente ben tollerata, si tratta infatti di una chirurgia molto delicata e poco invasiva che richiede però la collaborazione del paziente nel preservare, senza toccare né spazzolare la parte operata per diversi giorni, rispettando le istruzioni e le indicazioni che vengono impartite. Il risultato, in mani esperte, è pressoché sempre eccellente con il ricrearsi di una condizione di guarigione completa e il totale ripristino estetico e funzionale della parte.


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